La
piccozza è forse il simbolo per eccellenza dell'
alpinismo, di cui quasi tutti conoscono forma e utilità: è uno strumento indispensabile per chi affronta, a piedi o in sci, i terreni più ripidi ricoperti di
neve o
ghiaccio.
La piccozza è costituita da un "bastone", in passato in legno, attualmente in alluminio, alla cui estremità inferiore è presente o una punta in acciaio o un taglio che la rende comunque accuminata, mentre all'estremità superiore è presente una becca appuntita e parzialmente seghettata e una paletta.
Becca e paletta possono essere fabbricate in alluminio o in acciaio, a seconda che si prediliga uno strumento leggero per un uso agonistico, specie nello scialpinismo, oppure una maggiore sicurezza in caso di ghiaccio o roccia.
Per un uso classico alpinistico la
lunghezza della piccozza può andare dai 40 ai 50-60 cm, a seconda della via che si andrà ad affrontare, mentre per lo
sci alpinismo si predilige una picca anche più lunga, di 60-70cm, la quale può essere utilizzata sia come "bastoncino" per la salita che come picca vera a propria per affrontare i tratti ripidi e ghiacciati.
A differenza delle piccozze per
ice climbing, le quali invece della
paletta hanno un martello utile a conficcare viti nel ghiaccio, quelle da alpinismo e sci alpinismo possono essere usate, proprio in virtù della paletta, per scavare un appoggio nella neve dura.
Oltre che per la progressione in salita, la piccozza è utile anche per chi pratica
sci ripido o
snowboard alpinismo su pendii comunque ripidi: in entrambi i casi, tenuta in mano in discesa e assicurata al polso tramite un laccetto, viene usata per sicurezza in caso di scivolamento; soprattutto per chi usa lo snowboard, non avendo bastoncini come in sci ai quali appoggiarsi durante le soste su pendii ripidi, la picca o, meglio, le due picche (se ne usano spesso due), costituiscono un valido supporto.
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