La
splitboard è un
particolare tipo di tavola, creata al fine di soddisfare la duplice esigenza di coloro che sono appassionati sia di
freeride che di
snowboard alpinismo. Una
soluzione innovativa, concretizzata per
agevolare la salita degli snowborder che si dilettano nel backcountry freeride, che altrimenti dovrebbero portare la tavola sulla spalle oppure trascinarsela dietro, muniti di
ciaspole.
L’idea che sta alla base della splitboard è molto semplice e, al tempo stesso, decisamente ingegnosa: si tratta, infatti, di una
tavola da snowboard divisa a metà per lungo, in modo da formare due specie sci, a cui il praticante potrà applicare, al momento della salita, le pelli di foca e gli attacchi, vincolando questi ultimi solo nella parte anteriore. Una volta compiuta la risalita, il rider potrà assemblare in un attimo la sua splitboard che diventerà, in pochi passaggi, uno snowboard a tutti gli effetti per intraprendere una avvincente discesa fuoripista.
In commercio ormai da una decina di anni, tale invenzione si è diffusa nel continente europeo solo negli ultimi, durante i quali le case produttrici di attrezzature sciistiche hanno
migliorato notevolmente la qualità di questi strumenti, anche grazie ai nuovi materiali sintetici impiegati. Le più recenti tavole splitboard sono caratterizzate da un
camber lungo, al fine di agevolare la risalita, e dal
rocker in punta. Le pelli di foca in materiale sintetico e sono pressoché le medesime di quelle impiegate per lo sci alpinismo. Per quanto concerne gli attacchi, questi vengono applicati su una piastra, grazie all’apposito sistema di fissaggio.
Ma come funziona esattamente la splitboard?
Al momento della salita, lo snowborder divide la tavola in due parti, applica le pelli di foca lungo tutta la soletta della tavola e fissa gli attacchi su due appositi agganci in modo tale che sia bloccata solo la parte anteriore del piede, proprio come avviene nello sci alpinismo. A questo punto il rider può procedere in salita posizionando la parte dritta delle due metà della tavola verso l’esterno e la parte contrassegnata da
sciancratura verso l’interno. Giunto
al momento della discesa il rider toglie le pelli di foca e assembla le due parti della splitboard con i ganci appositi: a questo punto la splitboard funziona a tutti gli effetti come uno snowboard.
L’operazione di assemblaggio della splitboard è
piuttosto semplice e può essere compiuta in ogni condizione meteorologica e di neve. Inoltre, il montaggio degli attacchi con un seatback arretrato consente allo snowborder di tenere una
buona stabilità, anche nelle discese più ripide e sul manto nevoso disomogeneo e irregolare.
La splitboard può essere utilizzata sia con assetto soft che hard: con assetto soft si usano normali boots da snowboard soft, anche se stanno iniziando a diffondersi scarponi specifici, con un normale attacco da snowboard montato su una piastra oppure usando un attacco dedicato, al quale possono essere montati i rampant in caso di neve molto dura; con assetto soft, per la risalita si usa un attacchino (solo il puntale) tipo Dynafit, uno scarpone leggero da scialpinsimo e per la discesa un normale attacco hard da snowboard.
Al fine di scegliere la tavola da splitboard migliore per voi, potrete avvalervi della consulenza esperta del personale competente impiegato presso i negozi specialistici del settore.
Riceverai una mail con le istruzioni per la pubblicazione del tuo commento.
I commenti sono moderati.